Nel corso delle ultime settimane i prezzi dell'Uranio (in dollari per libbra - $/Lbs) ha raggiunto i massimi dal 2012. Un rialzo che oggi lo ha portato ad un valore superiore ai 48 $/Lbs)
A settembre i prezzi dell'Uranio sono letteralmente volati da 30 $ a 48$, una salita verticale guidata da diversi fattori.
Come mai questo movimento? Quali sono stati i fattori che hanno portato i prezzi dell'Uranio a raggiungere questi valori ed a trascinarsi in questo movimento i prezzi delle azioni dei principali produttori di Uranio al mondo?
I fattori guida del movimento sono diversi:
1) un trend di fondo, sulla spinta ESG ed economia carbon-zero, che vede la tecnologia nucleare come una possibile soluzione non da abbandonare ma da far crescere: la produzione di energia elettrica dal nucleare è probabilmente quella con la minor emissioni di CO2. I policy maker stanno sempre più indirizzando la propria comunicazione verso un'accettazione del nucleare e forse futura spinta dello stesso come possibile soluzione verso un'economia con basse emissioni.
2) una maggiore consapevolezza del rischio legato al nucleare. Come si vede si sta sviluppando anche una maggiore view mainstream della sicurezza legata a questa tecnologia.
3) Il costo dell'energia prodotto con le altre tecnologie, in particolare con gas e petrolio. I prezzi della bolletta energetica stanno aumentando vertiginosamente e l'economicità dell'energia nucleare sta tornando ad essere un tema d'attualità, non solo in Italia. La massa monetaria prodotta in questi ultimi anni, dirigendosi verso le commodities energetiche sta producendo, come prevedibile, un effetto importantissimo: aumento dei prezzi nell'economia reale.
4) Il fattore contingente più importante è stato probabilmente l'avvio dello Sprott Physical Uranium Trust. Questa entrata dell'asset manager Sprott in un mercato piccolo come quello dell'uranio, sta provocando una vera e propria rincorsa al materiale fisico e quindi una forte pressione sui prezzi. Si potrebbe definire un elefante in una cristalleria. Le dimensioni dello Sprott Physical Uranium Trust ed i suoi acquisti sul mercato spot dell'Uranio, con dimensioni molto piccole e con supply chain complessa, è un vero e proprio game changer.
Come fatto notare in una precedente analisi ad inizio giugno 2021 (qui la trovate), il movimento dell'ETF Global X Uranium (URA) quotato sul NYSE, utilizzabile come benchmark di settore, aveva fornito un bel segnale di inversione dai minimi. Volumi e prezzi al rialzo per uscire dal bear market decennale.
Il movimento è stato confermato, soprattutto grazie a questo violento movimento dei prezzi dell'Uranio nel corso di settembre.
Qui il grafico di URA
Il movimento ha portato il paniere delle società rappresentative dell'industria dell'uranio a raggiungere valori che non si vedevano dal 2014.
Il dettaglio della composizione dell'ETF (qui la fonte) permette a chi desidera di analizzarsi i movimenti di ciascuna realtà inserita nel paniere.
Un mercato volatile, prezzi con montagne russe che devono far quindi propendere per un'oculata asset allocation.
Il bull market del settore dell'uranio è iniziato ed ha molto vigore. Un mercato toro dal quale bisogna evitare di essere disarcionati nella corsa.
Il presente articolo non è una sollecitazione all'investimento, i rendimenti passati non sono indicazione dei rendimenti futuri.
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